lunedì 17 febbraio 2014

Bullismo online fra i ragazzi.


Nel nuovo ambiente digitale, Internet, si è venuto a creare il nuovo fenomeno del cyberbullismo. Esso è la versione digitale del bullismo, che comporta il verificarsi di situazioni in cui un soggetto denigra o umilia, a volte anche con la forza, un'altra persona solitamente appartenente al suo medesimo gruppo di pari o di riferimento. Se nel bullismo “normale” la vittima si trova coinvolta in attacchi ripetuti diretti (che prevedono aggressioni fisiche o verbali) oppure indiretti (che prevedono pettegolezzi, esclusione dal gruppo) nel cyberbullismo l’aggressività ha luogo sfruttando in modo pericoloso e disfunzionale gli strumenti tecnologici e le loro potenzialità. La vittima di cyberbullismo può trovarsi al centro di attacchi diretti (mail o SMS offensivi, messaggi lesivi su blog o forum, pubblicazione online di foto compromettenti sui principali social network quali Facebook e Youtube) oppure indiretti (non accettazione di amicizia sui profili Facebook di un gruppo di coetanei, creazione e distribuzione online di voci e pettegolezzi). A chi le vuole usare in modo distorto, le tecnologie offrono la possibilità di agire senza essere riconoscibile e nascondendosi dietro a un’identità falsa ed inventata. Questo fa sentire particolarmente vulnerabile la vittima di cyberbullismo: contrariamente a ciò che accade nelle storie di bullismo presenti nella vita reale, la vittima di cyberbullismo a volte nemmeno sa con esattezza chi è che la fa soffrire. Questo crea una situazione di impotenza e vulnerabilità che causa grande sofferenza e paura. [N.D.A.: Un problema particolare è rappresentato da “ASK”, una nuova tecnologia nelle mani dei giovani che possono farne un uso negativo come fare domande inopportune e istiganti violenza].

Gli adulti svolgono un ruolo molto importante per sconfiggere il cyberbullismo:

• Fornendo regole precise di “navigazione in rete", ovvero norme di buon comportamento online e dando, soprattutto ai più giovani, la percezione chiara che le trasgressioni in questo ambito e soprattutto le denigrazioni a carico di terza persona, sono passibili di interventi sanzionatori molto precisi.

• Insegnando i principi dell’educazione emotiva. Se un ragazzo impara a comprendere e a sentire come le emozioni della vittima di bullismo vengono danneggiate e rese fragili, sarà più portato a sanzionare questi comportamenti e diventerà protagonista attivo di prevenzione di azioni lesive nei confronti di terze persone all’interno del proprio ambito sociale di riferimento.

• Aiutando le vittime a non avere vergogna di chiedere aiuto e di riferire a un adulto le azioni in cui si trova coinvolto e gli attacchi di cui viene fatto oggetto. È importante che gli adulti sappiano che spesso la vittima di bullismo si vergogna e preferisce il silenzio alla denuncia, permettendo al “bullo” di continuare a perseguitarlo.

• Spiegando ai ragazzi le molte implicazioni disciplinari e legali nelle quali possono trovarsi coinvolti nel caso in cui attivamente partecipino ad azioni di bullismo nei confronti di un altro soggetto di età simile. Quasi tutte le scuole applicano un protocollo disciplinare molte severo per la limitazione e sanzione delle azioni di bullismo che tra i propri provvedimenti prevede anche la sospensione dalle attività scolastiche e la richiesta di intervento delle forze dell’ordine.

Fonte: Wikipedia

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