lunedì 27 gennaio 2014


PERCHE’ NOI VIVIAMO IN UNA SOCIETA’ LIQUIDA


Immagine da: http://blog.alibertieditore.it/2013/01/28/bauman-uguali-e-diversi-nella-societa-liquida/
"Molti studiosi, molti intellettuali credono alla teoria di Bauman secondo cui la nostra società è «liquida» cioè non ha più strutture forti, legami duraturi, desideri, progetti, speranze. In essa tutto è liquido, labile: certezze, patti, impegni, amori. L'individuo, separato dalle formazioni sociali, nazione, razza, famiglia, chiesa, partito, impresa, coppia, si preoccupa solo del suo benessere individuale, del suo piacere immediato, della chiacchiera, dei consumi usa e getta.
Molte delle osservazioni di Bauman sono vere, ma nel complesso la sua è una teoria ideologica, falsa. Da vecchio marxista rivoluzionario, Bauman descrive il presente come qualcosa di miserabile, meschino, corrotto, gretto, marcio, e quindi destinato a essere spazzato via dalla rivoluzione. Come facevano i primi cristiani che aspettavano l'apocalisse, poi i comunisti, i nazisti, i fascisti, gli integralisti islamici e, oggi, quelli del movimento a cinque stelle.
Se invece osserviamo la realtà vediamo che, nonostante la recessione, la gente è attaccata al proprio posto di lavoro e gli imprenditori sono impegnati nel conservarglielo. Il terremoto in Emilia ha mostrato che c'è un'altissima solidarietà fra imprenditori e maestranze. Tutti si sono uniti per far fronte alle difficoltà, per ricostruire. E lo stesso è avvenuto nei paesi alluvionati, dove la gente si è prodigata per far risorgere ciò che era devastato e per aiutare coloro che avevano più sofferto. E si e visto che la famiglia italiana è compatta, i suoi membri si aiutano moltissimo fra di loro. Inoltre, non è vero che i simboli e i valori di riferimento sono scomparsi. Il presidente della Repubblica è rispettato e amato dal popolo italiano, e il nuovo Papa Francesco è stato accolto con commovente entusiasmo. Non è vero che gli italiani sono isolati. Sono legati alla loro città, alle loro istituzioni, alle loro abitudini, alle loro feste, coinvolti in una rete di associazioni, di onlus, di gruppi sportivi e artistici, hanno un numero enorme di relazioni personali e in rete. Anche l'amore certe volte è liquido, come sempre, ma semmai in questo periodo tende a ritornare solido e appassionato".

Francesco Alberoni

3 commenti:

  1. Beh, questa conclusione è il controaltare della società liquida, la "Resistenza" ad una tendenza che tuttavia, a mio giudizio, è in atto. Se mi guardo dentro e fuori, io, questo fenomeno lo avverto. E come tutti cerco riferimenti, una sponda, un rifugio di certezze per affrontare l'incerto. Voi cosa ne pensate?

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    1. Secondo me Alberoni sembra troppo ottimista,se giunge a dire che il presidente della Repubblica è amato e rispettato dal popolo italiano e che l'amore torna ad essere solido ed appassionato.
      Il suo articolo è proprio da considerare 'liquido'.

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  2. Noto una certa discrepanza dell'autore (Alberoni) tra questo articolo del luglio 2013 per "Il Giornale" e l'articolo riportato da Mariachiara del 2008 pubblicato sul "Corriere della Sera". Naturalmente è legittimo cambiare idea. Inoltre, fermo restando che la solidarietà nei momenti difficili fa ben sperare per il nostro popolo, le certezze vacillano nel generalizzarla: dov'è la solidarietà degli imprenditori, che hanno costruito le residenze universitarie all'Aquila, per gli studenti morti sotto le macerie? Dov'è la solidarietà di chi deve ricostruire le residenze dei terremotati e ride soddisfatto al telefono della "disgrazia" del terremoto, pensando al lucro che gli frutterà? Dov'è la solidarietà di chi sperpera allegramente il denaro pubblico per indicibili piccoli o grandi piaceri personali, negando così alla comunità il diritto a servizi essenziali (asili, scuole, ospedali, spazi culturali, cassa integrazione, sussidi per i più poveri)? Quanto a senso di attaccamento e di rispetto nei confronti delle alte cariche dello Stato, penso alle bassezze pubblicate sul web a proposito della Presidente della Camera, sulla scorta delle invettive di Beppe Grillo, che nulla hanno a che fare con considerazioni politiche.

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