giovedì 3 aprile 2014

«Mi umili, ti uccido»: il rifiuto può attenuare il gesto violento?


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Morire per un rapporto sessuale negato significa essere un oggetto di desiderio, una cosa a disposizione. Secondo le motivazioni della sentenza che ha condannato all’ergastolo Salvatore Parolisi sarebbero state queste le motivazioni che avrebbero spinto l’uomo ad uccidere la propria moglie Melania Rea nel contesto di una relazione vissuta come parte soccombente.
Si tratterebbe di un abuso di posizione sofferta dall’uomo che non ha più accettato “l’ennesima umiliazione” del rifiuto della donna al suo desiderio sessuale.
Una simile reazione evidenzia ancora una volta, in termini drammatici e parossistici, l’incapacità di accettare la volontà dell’altro segnatamente la libertà di disporre della propria sessualità. Ma anche la staticità culturale dell’uomo che non riesce ad adattarsi ai cambiamenti nei rapporti relazionali. A scanso di equivoci, per usare un linguaggio diretto, nessuna umiliazione, nessuna sofferenza psicologica può giustificare od attenuare un gesto omicidario compiuto per un istinto di sessualità non accettato dalla propria compagna.
Dire il contrario significherebbe accettare rapporti di tipo padronale. Da persona a cosa.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/mi-umili-ti-uccido-il-rifiuto-puo-attenuare-il-gesto-violento/

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