lunedì 28 aprile 2014

LA FORZA D'ANIMO.


"Tutto ciò che non mi fa morire mi rende più forte". 
Con queste parole quasi di sfida, riprese da F. Nietzsche, si apre la presentazione del libro “La resilienza. Cos’è e come possiamo insegnarla ai nostri figli”. In questo lavoro l’attenzione è focalizzata su quell’insieme di atteggiamenti e di scelte di vita che il linguaggio comune indica come forza d’animo: quella risorsa che ci permette di superare delusioni, sconfitte, tensioni, lutti e di continuare, più forti, il cammino dell’esistenza. La si può chiamare anche capacità di reagire, riferendosi alle risposte positive che ciascuno di noi mette in atto quando si trova a dover affrontare momenti e passaggi difficili o anche veri e propri traumi.

La «resilienza»: Al processo che regola la forza d’animo si può dare il nome di «resilienza», un termine che in sé descrive la proprietà che hanno i materiali di resistere e di mantenere la propria struttura, di ritrovare la propria forma originaria dopo essere stati pressati; ma il termine «viene normalmente usato nella lingua francese (rèsilience) e in quella inglese (resilience), per indicare un tratto della personalità capace di mobilitare le risorse più profonde dei singoli, dei gruppi e delle comunità. In questo senso l’azione della resilienza può essere paragonata all’azione del sistema immunitario con cui il nostro organismo risponde alle aggressioni dei batteri. Di fronte agli stress e ai colpi della vita, la resilienza dà infatti luogo a risposte flessibili che si adattano alle diverse circostanze ed esigenze del momento». Non è quindi la semplice capacità di resistere alle frustrazioni della vita, ma esprime la voglia di combattere, di non lasciarsi andare, di ricostruire. Nella capacità di resilienza convergono fattori di varia natura: cognitivi, emotivi, familiari, sociali, educativi, esperienziali, che con la loro azione congiunta danno alla persona la forza di affrontare le difficoltà senza perdere la serenità.
Resilienti si nasce o si diventa? Attorno a questa domanda si sviluppa il terzo capitolo che affronta i temi centrali dello sviluppo. Persona resiliente lo si diventa, passo dopo passo, nel corso del processo di crescita, in funzione delle esperienze e degli incontri che facciamo; delle paure e delle frustrazioni che riusciamo a superare; dell’amore che riceviamo e che riusciamo a dare. La resilienza è sempre un processo complesso, il risultato di un percorso; è l’effetto di un’interazione, nel tempo, tra l’individuo e il suo ambiente. È il prodotto quindi di molteplici fattori, in cui rientrano le doti personali, ma anche le relazioni con i familiari a partire dai primi anni di vita, il supporto sociale e la capacità di interiorizzarlo. Per sviluppare e consolidare la resilienza, sono di particolare aiuto, nelle relazioni familiari, la qualità dell’attaccamento; un ambiente rassicurante e capace di sviluppare l’autonomia, la resistenza dell’amore e lo sviluppo da parte del bambino di uno spazio di gioco, d’immaginazione e di pensiero propri che garantiscono, per ciascuno, un potenziale creativo.
L’educatore e la forza d’animo: Spesso ci troviamo ad affrontare per noi stessi e per coloro che accompagniamo o incontriamo per un tratto della nostra strada, situazioni di difficoltà o veri e propri tempi di crisi. Possono essere passaggi personali o esperienze di fatica legate a situazioni, le più diverse, che la vita ci riserva. Alle volte riconosciamo subito il tipo di sfida o di lotta che siamo chiamati ad attraversare, in altre occorre più tempo e più capacità di discernimento. È sempre un’esperienza molto coinvolgente e delicata. Chiede all’educatore rispetto per l’altro, capacità di ascolto profondo, di attenzione, di sapienza nel trovare vie di presenza, ma anche nello stimolare e nel dare fiducia promuovendo passi di rielaborazione personali. Questo testo ci può aiutare ad avere uno sguardo più attento a tutti quei dinamismi relazionali ed educativi che vengono sollecitati, in noi e in chi accompagniamo, in questi tempi e situazioni di "emergenza" e difficoltà. Inoltre la lettura può aiutare proprio noi educatori a rileggere, nella nostra storia, tempi e passaggi difficili, a riconoscerli e ad accettarli come sfida e occasione di crescita e a trovare vie e strategie nuove per ricostruire dentro di noi forza e speranza per ripartire con maggiore solidità e umiltà nell’avventura della vita.
http://www.annaoliverioferraris.it/emozioni-e-benessere/la-forza-danimo-cose-insegnarla-ai-nostri-figli.html

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